LA LIBERTA’ DI ESSERE FELICE
Ogni volta che termino una sessione di Filosofia Pratica rifletto molto e penso a quanto pratichi io ogni giorno.
Perché comunicare agli altri quanto sia saggio e giusto agire, è molto più semplice che applicarlo a sé stessi. Spesso leggiamo “parla a te stesso come fossi il tuo migliore amico” ed è una frase giusta perché sappiamo sempre cosa consigliare agli altri ma riguardo noi?
Sere fa dunque si parlava di Felicità e mi sono chiesta quanto ho imparato. La cosa che mi preme di più di questo corso su questo argomento è comprendere che si può vivere in Felicità indipendentemente dagli agenti esterni, dai luoghi, da ciò che ci succede e dagli altri. Tutto ciò ci dà una libertà assoluta, molto molto potente. E questa libertà per me è già il fondamento di una vita felice.
Ma la vera Felicità dove e come si trova?
La Scuola ci indica la strada. Siamo nati felici. La Felicità è innata, come la saggezza, la bellezza, l’unità, l’amore. Crescendo accade qualcosa ed una serie di infiniti ostacoli si sovrappongono, come polvere, su di noi. Piano piano, il nostro percorso filosofico ci indica quali sono questi ostacoli, ci aiuta ad individuarli ed a rimuoverli. E’ un percorso non facile, faticoso e non sempre indolore, ma assolutamente indispensabile verso la scoperta di sé stessi.
Quindi, faccio questa pratica ogni giorno? Sicuramente l’ ho assimilata e grazie alle pratiche date dalla scuola riesco a raggiungere la vera pace e beatitudine. Nel posto dove queste sono e cioè dentro di me. L’Esercizio di Consapevolezza, la Pausa e soprattutto la Meditazione aiutano tantissimo a fermarsi e riuscire così a raggiungere quegli istanti di pura felicità che non dipendono più da nulla e nessuno. Attimi che ci rigenerano donandoci tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
C’è una bellissima favola scritta da Rudyard Kipling:
Tanto, tanto tempo fa, all’inizio dei tempi, quando gli Dei erano così nuovi che non avevano nome, erano invidiosi dell’uomo. l’Uomo era così nuovo che la creta da cui era stato estratto era ancora umida. Ma l’uomo già pretendeva che egli stesso fosse, in qualche modo, un Dio.
Ma gli altri dei non ne erano affatto contenti e decisero di portargli via la sua divinità . Così una notte vennero e gliela rubarono. L’intenzione era di nasconderla dove l’Uomo non avrebbe mai più potuto trovarla. Ma questo non era così facile.
Se l’avessero nascosta in qualsiasi posto l’uomo, con la sua mente inquisitiva l’avrebbe certamente ritrovata; se l’avessero nascosta fra di loro temevano che un giorno l’Uomo sarebbe salito fino in cielo per cercarla.
E mentre non riuscivano a decidersi, il più saggio fra di loro disse:” Ho trovato, Lasciate fare a me”
Pose le sua mano intorno alla debole e instabile luce che era la Divinità dell’uomo e quando la tolse, la luce era sparita.
“Tutto a posto”, disse il più saggio degli dei, “l’ho nascosta dove l’Uomo non penserà mai di andare a cercare. L’ho nascosta dentro l’Uomo”
Abbiamo tutto dentro di noi, davvero tutto per essere felici. Solamente ce ne siamo dimenticati.
Dobbiamo smettere di cercare ostinatamente e compulsivamente felicità al di fuori, dobbiamo limitare le nostre aspettative, smettere di pensare che saremo felici “solo quando” accadrà qualcosa o quando avremo raggiunto quell’obiettivo.
Impariamo a guardarci dentro e ritroveremo la nostra divinità, il nostro tutto.
Marina Paladino